L'ANGOLO DELLA.....STREGA, (pensieri ed itinerari.........)

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simonweb
view post Posted on 29/12/2005, 17:41 by: simonweb




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Un Paese a me molto caro: TOIRANO


Toirano e l’antico culto dei morti
La prossima tappa di questo affascinante itinerario all'insegna della Tradizione ci porta a visitare l'antichissima Toirano, probabilmente già abitata in epoca bizantina, che conserva nella sua struttura un aspetto tipicamente medioevale; la parte più antica dell'abitato, il cosiddetto "Toracco", presenta tratti di mura e carruggi strettissimi con case molto alte. Loggiati, portali e belle merlature ghibelline ne caratterizzano l'immagine davvero pittoresca: vedrete la bella piazza della chiesa di S. Martino con la torre campanaria a doppio ordine di trifore, i resti dell'antica Certosa costruita appena fuori il paese sull'antico tracciato che, superando il torrente Varatella, collegava il borgo con le grotte (queste ultime divenute un'attrazione internazionale). La Certosa, fondata nel 1495 da un gruppo di monaci provenienti dalla più antica abbazia di S. Pietro ai Monti in Varatella, è solo una fra le numerose testimonianze della spiccata religiosità che caratterizzava questa valle. S. Pietro ai Monti sembra essere una delle più antiche della Liguria: si narra sia stato lo stesso Carlo Magno nel IX secolo a volerne la fondazione contribuendo ad essa con la donazione di vasti possedimenti che spaziavano dalla piana di Albenga alla zona delle Langhe. Alcune leggende vorrebbero addirittura che tale abbazia fosse sorta sui resti della prima chiesa cristiana di tutta la regione edificata da S. Pietro in persona. Le cronache successive invece ci parlano di truci avvenimenti che accaddero nel XIII secolo proprio dentro quelle mura così pregne di santità. A quel tempo era Abate un frate appartenente alla famiglia dei Del Carretto che aveva un debole per le donne che confessava; nel 1255 costui fu pugnalato dai suoi stessi monaci nei confronti dei quali aveva sempre mostrato un'aperta e immotivata crudeltà. Il Vescovo Lanfranco dispose immediatamente l'arresto dei monaci assassini, li fece processare e confiscò tutti i loro beni. Arrivò un altro abate altrettanto poco portato alla funzione di religioso: fu così che il convento andò definitivamente in rovina. Il 4 maggio 1282 giunse la scomunica e nel 1308 la comunità religiosa di S. Pietro ai Monti in Varatella fu definitivamente soppressa. Il 5 aprile del 1315 le competenze del convento di S. Pietro passarono al monastero di Casotto dei Certosini. II 14 agosto 1495 l'ultimo Priore di S. Pietro lasciava il convento per trasferirsi nella chiesa nuova presso Caneva. Così in una bolla ecclesiastica si elencavano i "presunti" motivi che avevano portato alla soppressione dell'antica abbazia: "...per le intemperie dell'aria, la umidità del luogo, l'orrida solitudine e distruzione dei meschini edifizi, non costruiti secondo la forma dell'ordine, a cagione della nebbia, dei venti, dei tuoni e di più altri incomodi." Ma se da un lato in VaI Varatella alcuni religiosi si dimostrarono ben distanti da quei precetti che predicavano, dall'altro il popolo, la "gente comune" si mise in luce per la stretta osservanza di alcuni riti e usanze, frutto di una profonda fede, il cui ricordo si è mantenuto fino ai giorni nostri. Le antiche cronache liguri riportano che a Toirano tra le cerimonie più sentite c'erano proprio quelle legate al Culto dei Defunti. Si narra che durassero tutta la notte; all'alba poi era consuetudine assistere alla processione dei poveri che con piatti e scodelle andavano di casa in casa a chiedere un po' di quel menestron o Zemin che veniva preparato per l'occasione dalle famiglie più abbienti. AI contempo le donne nelle case preparavano i letti solitamente liberi, con le lenzuola migliori, fresche di bucato, così che le anime dei morti in quella notte potessero riposare durante il loro temporaneo ritorno sulla terra. Chi non possedeva letti preparava il proprio e, prima di recarsi in chiesa, accendeva un cero sull'uscio di casa. Non mancavano per l'occasione processioni notturne di compagnie religiose che alla luce delle fiaccole levavano in quella notte le loro preghiere al cielo. Ancora oggi è possibile vedere nel Museo Etnografico della VaI Varatella di Toirano, una rarissima testimonianza di quei tempi: una cappa della Confraternita dei Disciplinanti di Toirano della fine 800.E rimanendo a Toirano doverosamente volgeremo lo sguardo alle montagne del Giogo di Toirano e al famoso Buranco che nel corso dei secoli ha condizionato profondamente la fantasia popolare di questi liguri di montagna; il Buranco non è altro che una grande fenditura nella roccia, una profonda cavità naturale che si apre in alta montagna, vicino a Bardineto. II Lamboglia stesso ci spiega l'origine linguistica di questo Buranco: «"Burasö: 1539 Borrasso; 1580 segg. Borrasolo; 1826 Borrassolo;1826 Borrassolo o limbo. Derivato mediante il doppio suffisso -aceu-olu- da una base bor- che ha riflessi numerosissimi nella toponomastica ligure e sulla quale sarebbe prematuro un giudizio conclusivo: cfr Buranco (Val Varatella), Borrè (Savona), Fontana Borra(Borgomaro), Fontana Borrosa (Perinaldo) e numerosi altri Buretto, Burasso e simili che si stanno raccogliendo. Come dirò di quest'ultimo l'opinione più cauta è ora che trattandosi di località in scosceso pendio, la radice sia la stessa dell'italiano Borro, burrone, che si riconduce al greco bothros». Nella tradizione popolare il Buranco era la porta per l'inferno. Si dice che nelle notti di luna piena il diavolo da lì uscisse a cavallo di un asino portando con sé le anime dei dannati. L'asino emetteva dei ragli acutissimi e orribili che il vento amplificava tra le vie del "toracco", facendole risuonare paurosamente. Allora solo una candela, accesa nella grotta di S. Lucia poteva far cessare quei terribili lamenti. Nella stessa grotta, in epoca medievale, venne edificato un santuario rupestre che accanto a una fonte dalle acque ritenute miracolose testimonia tuttora la sacralità di questa terra. Poco più sotto la grotta di S. Lucia si apre quella della Basura che la leggenda vorrebbe essere stata abitata da una strega; la grotta, oggi visitabile, offre interessanti spunti di indagine sul passato: il Cimitero degli Orsi dove sono presenti tracce antichissime della presenza di questi animali e la Sala dei Misteri dove impronte umane fanno pensare ad antichi riti magici lì avvenuti migliaia di anni orsono. Nel riportarvi queste notizie non nascondo il piacere che ho provato leggendo un volume che più di ogni altra cronaca riporta alle immagini del folclore locale oramai dimenticate: "La leggenda del Buranco. Streghe, folletti apparizioni in Liguria" di Bacio Emanuele Maineri il quale nel 1900, dedicava la sua attenzione proprio a quel mondo antico, rurale, legato alla Tradizione che già ai primi del secolo andava scomparendo. Non solo dunque leggende, ma anche un elogio di quella vita povera, ma sobria e dignitosa che caratterizzava la gente di queste valli. Ne è un esempio l'indimenticabile dedica "a Tomaso Giona, becchino del mio borgo" che riporto qui di seguito e che risulta essere un universale quanto intenso ritratto di colui che una volta nei paesi era il custode delle storie di tutti, costretto per necessità a meditare serenamente sulla caducità della vita. In queste poche righe vi colpirà vivida e toccante la figura dell'antico ligure...
"...usava portare brache di traliccio, le gambe nude e scalzi i piedi, indossando una camicia rozza, si, ma pulita – ché la nettezza assai amava, come i contadini della mia valle, – con le camice rimboccate fin sopra i gomiti; il cui sparato, sempre aperto, lasciava vedere il largo petto con peli bianchi e neri, le costole salienti e la pelle lucida e bronzina. Tomaso soleva anche coprire il capo col tradizionale berretto rosso, a guisa dei contadini liguri, che ricordavano sempre con piacere i tempi della Serenissima."


------------------------------------------------------------------------------------------------------b]TRIORA DI NOTTE......[/b]



Edited by simonweb - 29/12/2005, 17:47

Attached Image: triora_16.jpg

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