L'ANGOLO DELLA.....STREGA, (pensieri ed itinerari.........)

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simonweb
view post Posted on 4/1/2006, 11:50 by: simonweb




CITAZIONE (Bassotuba @ 4/1/2006, 09:26)
Verso la fine dell'Ottocento vi fu un processo alle streghe canavesane di Forno, tenutosi nel castello di Rivara, Anna, vedi di trovare qualcosa in proposito, dai biggrin.gif wink.gif

Eccoti accontentato wink.gif


STREGHE DEL CANAVESE

Secondo itinerario del trittico nelle placide vallate del Canavese Occidentale: questa volta si esplora la stretta conca tra il Monte Soglio e Cima Mares, la Val Gallenca: prima però si passa nella terra delle streghe, luogo che ammagliò anche Giacomo Casanova; al ritorno ci si deve quindi purificare nel Santuario di Belmonte. Da qui un breve ma significativo itinerario medioevale degli affreschi.

Si costeggia San Benigno per prendere la direzione di Lombardore, da qui si prosegue per Rivarossa, Grange e Front; Infine si arriva a Rocca paese già visitato precedentemente(V. tour Alpe Turinetto). Nella piazza con la scenografica parrocchiale si prende la strada per Levone ma la si lascia subito per il cimitero dove, dell'originale chiesa di Sant'Alessio, rimane solo il campanile romanico; si prosegue quindi fino alla borgata di Trucco. Da qui si prende la sterrata infangata dalla pioggia della nottata, si tiene la destra, si passa Gabaccia e per ritornare sull'asfaltata per Levone in cui si entra poco dopo.

Il paese è famoso per le 4 streghe processate l'11 agosto 1474: accusate di ammascamento, rapporti satanici e vari delitti, 2 di esse (Antonia De Alberto e Francesca Viglone) furono messe al rogo, un'altra (Margarota Braja) riuscì a fuggire dalle carceri del castello di Rivara, mentre la sorte dell'ultima (Bonaveria Viglone) ci è sconosciuta. Di quei tempi rimane ora parte del ricetto piuttosto malandato, dietro una rimaneggiata torre-porta nella piazza della parrocchiale. Continuiamo seguendo le indicazioni dell'itinerario segnalato del Rio Mollo: usciti dalla piazza, giriamo a sinistra e, appena fuori dal paese, deviamo su un ponte da dove inizia una breve sterrata che porta alla borgata di Crosaroglio, in cui risale l'ultimo "avvistamento" di una strega, la marchesa, nel 1839. Si supera quindi lo strappo di Montiglio per scendere in Rivara, puntando dritti al castello, in cui si entra seguendo una sterrata che sale intorno alle mura. Il primo edificio che si vede dal giardino è il Castello Nuovo (o Inferiore), risalente al XIV secolo rimodellato con facciata neobarocca e retro medioevale, con l'originaria torre circolare; dietro è il secondo corpo, il Castelvecchio (o Superiore) dell'XI sec., dominato dalla torre merlata ghibellina, sobriamente ricomposto da inserti gotici e rinascimentali. Qui fu lo studio della "Scuola di Rivara", gruppo di pittori scapigliati capeggiati da d'Andrade e Pittara; qui fu la sede dei processi dell’Inquisizione alle streghe di Levone e Forno, rinchiuse, si dice, in segrete così profonde da non far sentire le campane del vicino campanile.
Puntiamo quindi a Forno (580 m), da dove appunto venivano le 3 giovani sorelle che nel 1472 furono messe al rogo con l'accusa di stregoneria; mentre si sale, sullo sfondo verso Ovest, si nota la sagoma del Mulino Val: autentico mulino olandese che commemora la prematura morte di un giovane.

e.....la storia continua .......con approfondimenti smile.gif



.............LEGGENDE POPOLARI SULLE STREGHE



La Strega Micillina (piemonte)

Si narra che verso la meta' del '500 fosse vissuta in Piemonte una strega chiamata Micillina, bruciata sul rogo dopo un processo.
Nata a Barolo, si marito' con un uomo di Pocapaglia, ma le cose non andavano bene. La gente diceva che la donna aveva il potere di uccidere fulminando la gente con lo sguardo, di deformare i bambini, gettare il malocchio e colpire gli animali.

Il marito cerco' di risolvere la cosa in maniera energica.
Ma un giorno, dopo l'ennesima dose di bastonate, caccio' la moglie di casa. Micillina decise di vendicarsi e chiamo' il diavolo per aiutarla; questi non la fece attendere, suggerendole cosa fare. La strega ando' quindi al campo dove lavorara il marito e con una scrollatina all'albero su cui lui era arrampicato, diventò vedova.

Cosi' Micillina continuo' con le sue fatture e un di' se la prese col fornaio del paese. In quei tempi, era il fornaio che passava di casa in casa a prendere l'impasto del pane, per cuocerlo nel forno comune del paese.

Cosi' si recava anche da micillina. Ma un giorno arriva, la chiama e questa non risponde. La chiamo' tre volte, ma niente. Allora se ne torno' al forno… ma poco dopo mori'.

Pero', dopo un altro poco di tempo, in cui la donna continuo' con le sue fatture, Micillina fu arrestata, costretta a confessare e condannata al rogo.
Ma mentre veniva condotta al luogo della condanna, si iniziarono a sentire nell'aria strani voci e suoni, mentre dal cielo cadevano rotoli di spago. Erano le streghe colleghe che le dicevano "Attaccati, attaccati Micillina", ma lei non poteva perche' il prete di fianco a lei le tirava addosso l'acqua santa.

Cosi' la strega fu bruciata, si dice sopra un masso chiamato "Bric d'la masca Micillina", dove ancora oggi pare si possano vedere delle macchie rosse, che ne' vento ne' pioggia cancellano.

Nonostante la morte della strega, i problemi a pocapaglia non cessarono, e la gente diceva che era colpa delle streghe che si vendicavano della sorte di Micillina.



Il giovane e la pecorella (piemonte)

Questa leggenda ricorre in varie parti del Piemonte. Cambiano i paesini, ma la storia rimane praticamente identica.

Si racconta che tanto tempo fa, una sera, un giovanotto stava andando a trovare la sua fidanzata, che abitava in un paese poco distante.

Lungo la strada, che passava per un bosco, il ragazzo senti' dei rumori, e trovo' una pecorella che s'aggirava smarrita tra i cespugli: appena lo vide gli si avvicino', come per farsi prendere. Dopo un'attimo di riflessione, il giovane le disse "che ci fai qui tutta sola? Vieni con me che ti porto a casa della mia fidanzata" e se la mise sulle spalle.

Mentre camminava, visto che non c'era nessuno, si mise a parlarle come se fosse stata una persona. Cammina cammina, il peso della pecora aumentava. Eppure, piccola com'era non avrebbe dovuto essere tanto faticoso trasportarla.

Ma piu' il ragazzo andava avanti, piu' la pecora sembrava aumentare di peso. Ad un certo punto, arrivato ad una salita ripida, il giovane non ce la fece piu' e lascio' andare la pecora dicendo: "vai da sola che non riesco piu' a reggerti".

Appena lasciata, la pecorella cadde e si mise a ruzzolare per il pendio gridando, finche', finita la caduta fini' contro un masso. Allora ci fu un lampo di luce… e la pecora spari'.

Sbigottito e spaventato l'uomo allora capi' che quella che credeva una pecorella era in realta' una strega. Chissa' che sarebbe capitato se non l'avesse lasciata cadere! Di sicuro qualche guaio. Quindi ringraziando il signore, il giovane s'affretto a lasciare il bosco e una volta al paese racconto' la sua disavventura.

Da quella volta nessuno passo' piu' di notte per quel bosco, per paura di incontrare la strega.


La Masca Marchesa (piemonte)

Nella zona del Canavese, tra i paesi di Forno e Levone, viveva si dice nel 1839, una vecchia masca chiamata "la Marchesa".
Secondo le storie, la stessa donna affermava di conoscere e usare la magia, leggere nel pensiero, e avere buoni rapporti con il diavolo.

Si diceva che al fianco portasse sempre un falcetto, e che fosse capace, con una fettuccia legata alla gamba, di coprire lunghe distanze in pochissimo tempo.

Successe un giorno, che mentre tornava da Volpiano, ove si era recata a lavorare con altre persone del suo paese, affermo' che era in grado di tornare a Crosaroglio ben prima dei compagni. Questi lo presero per uno scherzo e si fermarono a bere in un' osteria.

Ma quando alla fine raggiunsero Crosaroglio, la Marchesa era gia' nel suo orto intenta a zappare, ancora con la fettuccia legata alla gamba.

Quando fu proprio vecchia, e vicina a morire, la Marchesa chiese che qualcuno le sciogliesse la fettuccia dalla gamba. Ma nessuno si fece avanti: sapevano che in quel modo, i poteri della strega sarebbero finiti sullo sventurato che aveva compiuto il gesto.

Alla fine si decise una cognata, che ando' da lei e le slego' la fettuccia... e cosi' divenne una masca anche lei!




continua................. smile.gif



 
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41 replies since 29/12/2005, 14:34   2703 views
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