Generazione X

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Rudeboy-11
view post Posted on 31/5/2006, 16:26




Lo scopo di questa missiva é quello di rendere "giustizia" a una Generazione, quella di noi nati agli inizi degli anni '80 (o qualche anno più o anno meno), Quelli che vedono la casa acquistata allora Dai nostri genitori valere oggi 20 o 30 volte tanto, e che Pagheranno la propria fino ai 50 anni.
Noi non abbiamo fatto la Guerra, né abbiamo visto lo sbarco sulla Luna, non abbiamo vissuto gli anni di piombo, né abbiamo votato il Referendum per l'aborto e la nostra memoria storica comincia coi Mondiali di Italia '90. Per non aver vissuto direttamente il '68 ci Dicono che non abbiamo ideali, mentre ne sappiamo di politica più Di quanto credono e più di quanto sapranno mai i nostri fratelli minori E discendenti.
Babbo Natale non sempre ci portava ciò che chiedevamo, però ci sentivamo dire, e lo sentiamo ancora, che abbiamo avuto tutto, nonostante quelli che sono venuti dopo di noi sì che hanno avuto tutto, e nessuno glielo dice.
Siamo l'ultima generazione che ha imparato a giocare con le biglie, a saltare la corda, a giocare a lupo, a un-due-tre-stella, e allo stesso tempo i primi ad aver giocato coi videogiochi, ad essere andati ai parchi di divertimento o aver visto i cartoni animati a colori.
Abbiamo indossato pantaloni a campana, a sigaretta, a zampa di elefante e con la cucitura storta; la nostra prima tuta è stata blu con bande bianche sulle maniche e le nostre prime scarpe da ginnastica di marca le abbiamo avute dopo i 10 anni. E il bomber? Le All star? Le superga? Le clarks?
Andavamo a scuola quando il 1 novembre era il giorno dei Santi e non Halloween, quando ancora si veniva bocciati, siamo stai gli ultimi a fare la Maturità in sessantesimi e ad iscriversi alle lauree qaudriennali (quelle che valgono veramente) e a finirle in sei.
Alcuni sono anche i pionieri del 3+2...
Siamo stati etichettati come Generazione X e abbiamo dovuto sorbirci Sentieri e i Visitors, Twin Peaks e Beverly Hills (ti piacquero allora, vai a rivederli adesso, vedrai che delusione). Abbiamo pianto per Candy-Candy, ci siamo innamorate dei fratelli di Georgie, abbiamo riso con Spank, ballato con Heather Parisi, cantato con Cristina D'Avena e imparato la mitologia greca con Pollon. Siamo una generazione che ha visto Maradona fare campagne contro la droga.
Cresciuti col mito di Van Basten e che hanno visto San Siro cambiare per Italia'90.
Siamo i primi ad essere entrati nel mondo del lavoro come Co.Co.Co.
e quelli per cui non gli costa niente licenziarci. Ci ricordano sempre fatti accaduti prima che nascessimo, come se non avessimo vissuto nessun avvenimento storico. Abbiamo imparato che cos'è il terrorismo, abbiamo visto cadere il muro di Berlino, e Clinton avere relazioni improprie con la segretaria nella Stanza Ovale; siamo state le più giovani vittime di Cernobyl. Abbiamo imparato a programmare un videoregistratore prima di chiunque altro, abbiamo giocato a Pac-Man, odiamo Bill Gates e credevamo che internet sarebbe stato un mondo libero. Abbiamo visto prima di chiunque altro il compact disc, detto anche cd room ora semplice cd. Gli ultimi ad aver usato e posseduto un mangianastri.
Siamo la generazione di Bim Bum Bam, di
Clementina-e-il-Piccolo-Mugnaio-Bianco e del Drive-in.
Siamo la generazione che andò al cinema a vedere i film di Bud Spencer e Terence Hill. Quelli cresciuti ascoltando gli Europe e Nik Kamen, e gli ultimi a usare dei gettoni del telefono. Ci siamo emozionati con Superman, ET o Alla Ricerca dell'Arca Perduta.
Bevevamo il Billy e mangiavamo le Big Bubble, ma anche le Hubba Bubba non erano male; al supermercato le cassiere ci davano le caramelline di zucchero come resto. Siamo la generazione di Crystal Ball ("con Crystal Ball ci puoi giocare..."), delle sorprese del Mulino Bianco, dei mattoncini Lego a forma di mattoncino, dei Puffi, i Volutrons, Magnum P.I., Holly e Benji, Mimì Ayuara, l'Incredibile Hulk, Poochie, Yattaman, Iridella, He-Man, Lamù, Creamy, Kiss Me Licia, i Barbapapà, i Mini-Pony, le Micro-Machine, Big Jim e la casa di Barbie di cartone ma con l'ascensore.
La generazione che ancora si chiede se Mila e Shiro alla fine vanno insieme.
La generazione che non ricorda l'Italia Mondiale '82, e che ci viene un riso smorzato quando ci vogliono dare a bere che l'Italia di quest'anno è la favorita...
L'ultima generazione a vedere il proprio padre caricare il portapacchi della macchina all'inverosimile per andare in vacanza
15 giorni.
L'ultima generazione degli spinelli, delle canne...
Guardandoci indietro è difficile credere che siamo ancora vivi:
viaggiavamo in macchina senza cinture, senza seggiolini speciali e senza air-bag; facevamo viaggi di 10-12 ore. Non avevamo porte con protezioni, armadi o flaconi di medicinali con chiusure a prova di bambino. Andavamo in bicicletta senza casco né protezioni per le ginocchia o i gomiti.
Le altalene erano di ferro con gli spigoli vivi e il gioco delle penitenze era bestiale.
Non c'erano i cellulari.
Andavamo a scuola carichi di libri e quaderni, tutti infilati in una cartella che raramente aveva gli spallacci imbottiti, e tanto meno le rotelle.
Magiavamo dolci e bevevamo bibite, ma non eravamo obesi. Al limite uno era grasso e fine. Ci attaccavamo alla stessa bottiglia per bere e nessuno si è mai infettato.
Non avevamo Playstation, Nintendo 64, videogiochi, 99 canali televisivi, dolby-surround, cellulari, computer e Internet, però ce la spassavamo tirandoci gavettoni e rotolandoci per terra tirando su di tutto; bevevamo l'acqua direttamente dalle fontane dei parchi, acqua non imbottigliata, che bevono anche i cani! E le ragazze si intortavano inseguendole per toccar loro il sedere e giocando al gioco della bottiglia o a quello della verità, non in una chat dicendo :) :D :P Abbiamo avuto libertà, fallimenti, successi e responsabilità e abbiamo imparato a crescere con tutto ciò.
Tu sei uno di nostri? Congratulazioni!

Invia questo a tutti coloro che hanno avuto la fortuna di crescere come bambini.
 
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valter1
view post Posted on 31/5/2006, 17:41




:D :D :D :D :D :D

"Sono quarant'anni che ho vent'anni"; con questa romantica e banalissima affermazione il sessantenne Gino Paoli presenta il suo tour, incarnando i sogni dei suoi coetanei di tutta Italia. Sentirsi giovani, o comunque sembrarlo (qualsiasi età si abbia) è tra gli imperativi categorici di questi ultimi tempi: palestra, completini micidiali, diete infami,lampade,lezioni di latino americano, lifting e così via. La corsa alla gioventù non conosce differenze sociali, e come l'operaio si fa "la tinta" per coprire i capelli bianchi (e si vede), così Paolo Limiti, che potrebbe invecchiare con decoro, si affresca preziosamente il vello di rosso tiziano (che pure si vede).

Il "mito della gioventù" nasce nel dopoguerra. Prima i giovani non esistevano. Si era ragazzi, e poi adulti; ci si sposava presto e non c'era molto tempo per la "spensieratezza giovanile".

Negli anni '50 del benessere, l'industria scopre che i ragazzi sono bravi consumatori ed inizia a rivolgersi specificamente a loro: nascono così i consumi e lo stile di vita giovanili.

Con il '68 poi, questo fenomeno cambia pelle: sono gli anni della "contestazione", dei "matusa", dei "capelloni", etc. Non sarò certo io a biasimare il '68, che ha battezzato la scena alternativa italiana (che però già esisteva); fattostà che quella guerra è stata combattuta anche a colpi di blue jeans sdruciti (rigorosamente Levi's), di Clarks e di rock, non ancora corporate ma già sulla buona strada.

Negli anni '70 si afferma definitivamente il mito del giovane con tutte le sue contraddizioni ed incongruenze. La gioventù viene ancora percepita come "beata", malgrado la disoccupazione raggiunga proprio in quegli anni livelli da record; ha sempre più spazio nei media (che si chiedono come sono, cosa pensano, cosa sognano, come scopano, etc.) ma sempre di più viene bollata come inaffidabile (e la lista delle "generazioni bruciate" si allunga ogni anno di una). Negli anni'80 le cose non cambiano, anzi: malgrado l'aumento dei disoccupati nasce la figura dello yuppie (il giovane professionista urbano), un coglione con meno di trent'anni e un buon lavoro, che consuma in cazzate superflue la totalità del suo stipendio e del suo tempo, privilegiando l'apparire all'essere e la forma alla sostanza. Ecco come e dove nasce il "giovane per sempre" che vediamo oggi aggirarsi nel nostro paese (e di cui il povero Limiti è solo uno degli esemplari).

E' nei nefasti anni '80 che il povero cinquantenne si rende conto che deve competere con una generazione di giovani stronzi scellerati, fatti di coca e di pastiglie, privi di qualsiasi morale e pronti a tutto. E lui si adegua comperandosi dei cosmetici, rischiando l'infarto in palestra e soprattutto rinunciando a godersi i vantaggi della sua età per sopravvivere pateticamente in quella di qualcun'altro. Come spiegare altrimenti le panze cinquantenni fasciate in attillatissime magliette di lycra col collo a V che vedo in giro da diverse estati? Che poi non sanno che si perdono - mentre rimpiangono di non avere più vent'anni. Perché, invecchiare (o meglio diventare finalmente adulti) è anche bello, per un sacco di motivi. Maggiore consapevolezza, aumento della comprensione del mondo, approfondita conoscenza dei meccanismi che regolano le interazioni tra umani, aumento della credibilità; sono molte e le cose che mi fanno dire che crescere (o invecchiare) è tutto sommato positivo. E poi io ho sempre avuto uno stile mio, un po' alternative e un po' da saccente del cazzo; fino a qualche anno fa pensavano "è giovane, col tempo cambierà". Finalmente hanno smesso: hanno capito che, gli piaccia o meno, non cambio: sono così per natura e per scelta, non per estremismo di gioventù.

PS: rifatemi gli auguri, che da 1 mese ho 50 anni.......... :D :D
 
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